Casal di Principe, morto l'architetto Caterino. La rabbia della famiglia: “Ucciso dal Covid e dalla malasanità”

Francesco Caterino morto per covid

Non ce l'ha fatta Francesco Caterino, architetto e docente 59enne originario di Casal di Principe, ma residente a Capua. L'uomo, che non aveva altre patologie, si è spento domenica sera dopo cento giorni di ricovero presso il Covid Center "Melorio" di Santa Maria Capua Vetere. Il decesso è avvenuto dopo un aggravarsi delle condizioni che avevano portato i medici ad intubarlo. 

Intanto, i suoi familiari denunciano che sarebbe stato "ucciso dalla malasanità, oltre che da Covid!”.

A denunciare cosa è successo sono stati la moglie e il figlio con due post su Fb, diventati virali. La consorte, Ida Colandrea, ha scritto: “Farò una denuncia al team covid di Capua e precisamente ad un medico in particolare, il quale dopo avermi contattato una sola volta e dopo avermi dato una terapia che già facevo per ulteriori 3 gg è letteralmente scomparso, telefonavo al suo numero cellulare, mandavo messaggi ma nulla.. il vuoto. Da buona cittadina rispettosa delle norme ho cercato di non intasare subito la sanità con un ricovero precoce, come si raccomandava, ho chiamato l’ambulanza solo il sesto giorno di malattia di mio marito, ma l’ambulanza che proveniva dal comune di Sparanise si è rifiutata di ricoverarlo perché non stava abbastanza male.

Dopo 2 gg chiamo di nuovo l’ambulanza che questa volta proveniva da Curti, è arrivato un team a mio avviso, non all’altezza, la dottoressa del team non è nemmeno entrata a casa per guardare mio marito. L’ambulanza è arrivata a casa mia alle 9,30 e ha sostato lì per circa 3 ore per trovare un posto letto in un ospedale della provincia, nel frattempo un infermiere della suddetta ambulanza aveva bisogno impellente di urinare e si è accomodato nel giardino di casa mia, dopo tre ore pare che si sia liberato un posto a Caserta, si parte ma a Caserta si scopre dopo altre tre ore, che il posto non c’era, c’è forse la possibilità di ricovero al Melorio di Santa Maria Capua Vetere. Che bello proprio quel giorno si inaugura il reparto covid… arrivata ambulanza al Melorio circa alle 3, ci avvisano che l’ospedale non è ancora pronto ad accogliere i pazienti perché deve ancora organizzarsi, quindi si aspetta circa altre 2/3 ore, nel frattempo la dottoressa dell’ambulanza viene invitata da me a misurare febbre e saturazione a mio marito (io a casa lo facevo spesso per monitorarlo).

Lei ha seguito il mio invito, ma malvolentieri in quanto era pressata da altri tipi di bisogni, come quello di fare pipì. Chiama la sua centrale operativa e comunica che lascerà il malato avanti all’ingresso dell’ospedale perché non ce la fa più a trattenersi, la centrale naturalmente dice che non può abbandonare il malato ma lei se ne frega e se ne va, nel frattempo io chiamo i carabinieri i quali, avvertiti dell’accaduto, mi rispondono che non posso venire perché non sono immuni al covid!!! Non vi sembra uno schifo tutto questo ??? Una situazione surreale kafkiana… mio marito può darsi sarebbe morto uguale ma la malasanità, la disorganizzazione di tutto un sistema che è allo sbando, ha contribuito notevolmente alla sua fine!!"